ORARIO FESTIVO SS. MESSE NELL'UNITA' PASTORALE GAZZOLO sabato ore 17,30 - domenica ore 11,15 ARCOLE sabato ore 19,00 - domenica ore 9,30 Preghiera di colletta della domenica in Albis
O Padre, che in questo giorno santo ci fai vivere la Pasqua del tuo Figlio, fa’ di noi un cuore solo e un’anima sola, perché lo riconosciamo presente in mezzo a noi e lo testimoniamo vivente nel mondo. |
11 APRILE 2021 |
Giovanni 20, 19,31
Otto giorni dopo venne Gesù. |
Le ferite del Risorto, alfabeto d'amore'.
Venne Gesù a porte chiuse. La prima sua venuta sembra senza effetto, otto giorni dopo tutto è come prima, eppure lui è di nuovo lì. Secoli dopo è ancora qui, davanti alle mie porte chiuse, mite e determinato come un seme che non si lascia sgomentare da nessun nero di terra. Che bello il nostro Dio! Non accusa, non rimprovera, non abbandona, ma si ripropone, si riconsegna a discepoli che non l'hanno capito, facili alla viltà e alla bugia. Accompagna con delicatezza infinita la fede lenta dei suoi, ai quali non chiede di essere perfetti, ma di essere autentici; non di essere immacolati, ma di essere incamminati. E si rivolge a Tommaso – povero caro Tommaso diventato proverbiale. Ma è proprio il Maestro che l'aveva educato alla libertà interiore, a non omologarsi, rigoroso e coraggioso, ad andare e venire, lui galileo, per le strade della grande città giudea e ostile. Gesù lo invita: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco. La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite, come ci saremmo aspettati. Perché la croce non è un semplice incidente di percorso da superare e dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell'arte divina di amare, che in quelle ferite si offre per sempre alla contemplazione dell'universo. È proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio l'ha risuscitato, e non già nonostante essi: sono l'alfabeto indelebile della sua lettera d'amore. Gesù non vuole forzare Tommaso, ne rispetta la fatica e i dubbi, sa i tempi di ciascuno, conosce la complessità del vivere. Ciò che vuole è il suo stupore, quando capirà che la sua fede poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d'amore perfetto. Tocca, guarda, metti! Se alla fine Tommaso abbia toccato o no, non ha più alcuna importanza. Mio Signore e mio Dio. Tommaso ripete quel piccolo aggettivo “mio” che cambia tutto. Mio non di possesso, ma di appartenenza: stringimi in te, stringiti a me. Mio, come lo è il cuore. E, senza, non sarei. Mio, come lo è il respiro. E, senza, non vivrei.
(p. Ermes Ronchi)
Venne Gesù a porte chiuse. La prima sua venuta sembra senza effetto, otto giorni dopo tutto è come prima, eppure lui è di nuovo lì. Secoli dopo è ancora qui, davanti alle mie porte chiuse, mite e determinato come un seme che non si lascia sgomentare da nessun nero di terra. Che bello il nostro Dio! Non accusa, non rimprovera, non abbandona, ma si ripropone, si riconsegna a discepoli che non l'hanno capito, facili alla viltà e alla bugia. Accompagna con delicatezza infinita la fede lenta dei suoi, ai quali non chiede di essere perfetti, ma di essere autentici; non di essere immacolati, ma di essere incamminati. E si rivolge a Tommaso – povero caro Tommaso diventato proverbiale. Ma è proprio il Maestro che l'aveva educato alla libertà interiore, a non omologarsi, rigoroso e coraggioso, ad andare e venire, lui galileo, per le strade della grande città giudea e ostile. Gesù lo invita: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco. La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite, come ci saremmo aspettati. Perché la croce non è un semplice incidente di percorso da superare e dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell'arte divina di amare, che in quelle ferite si offre per sempre alla contemplazione dell'universo. È proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio l'ha risuscitato, e non già nonostante essi: sono l'alfabeto indelebile della sua lettera d'amore. Gesù non vuole forzare Tommaso, ne rispetta la fatica e i dubbi, sa i tempi di ciascuno, conosce la complessità del vivere. Ciò che vuole è il suo stupore, quando capirà che la sua fede poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d'amore perfetto. Tocca, guarda, metti! Se alla fine Tommaso abbia toccato o no, non ha più alcuna importanza. Mio Signore e mio Dio. Tommaso ripete quel piccolo aggettivo “mio” che cambia tutto. Mio non di possesso, ma di appartenenza: stringimi in te, stringiti a me. Mio, come lo è il cuore. E, senza, non sarei. Mio, come lo è il respiro. E, senza, non vivrei.
(p. Ermes Ronchi)
U.P. Arcole-Gazzolo
dal 11 al 17 APRILE 2021 |
Il nostro grazie a Don Nicola
Questa domenica, durante le celebrazioni ad Arcole e a Gazzolo, daremo il saluto ed il nostro grazie a Don Nicola, per la sua presenza, la sua vicinanza, la sua azione pastorale svolta con amore, generosita' e competenza in questi lunghi mesi, prima, durante e dopo la malattia di Don Fabio. Il nostro pensiero e la nostra preghiera lo accompagni nel proseguo dei suoi studi e della sua missione sacerdotale.
BATTESIMI 2021 Per coloro che desiderano battezzare il figlio/a nell’anno 2021 sono invitati a prenotarsi chiamando ad Arcole: Maria Rosa tel: 3403546538; a Gazzolo: Mara tel: 3282296712 • Incontro per i genitori domenica 11 aprile ore 16.00; • Battesimi domenica 18 aprile 2021 ore 17.00. |
RACCOLTA BUSTE PASQUALI e salvadanai In questi giorni è possibile portare in chiesa o sacristia le buste con l’offerta per aiutare la propria parrocchia. Chi non avesse ancora portato i salvadanai “Un pane per amor di Dio” può farlo entro domenica 11 aprile; Grazie della generosità! |
AVVISI CATECHESIRicordiamo ai genitori, padrini e madrine e nonni dei ragazzi un elemento non più scontato: è primario partecipare all’Eucarestia domenicale e pregare in famiglia per fare un vero e proficuo cammino di crescita cristiana, come presupposto fondamentale al catechismo.
• Martedì 13 aprile ore 20.15 riunione Catechiste 4 el. • Martedì 27 marzo ore 20.15 incontro di preghiera e informativo dei genitori dei ragazzi di 5 elementare di tutta l’Unità Pastorale in chiesa ad Arcole; • Giovedì 29 aprile ore 20.15 riunione catechiste 3 elem. |
CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA
Parrocchia S. Giorgio Arcole
LUNEDÍ 12 APRILE (San Zeno) Ore 19.00 S. Messa: 7° Agostino Silvano; Rinaldi marino e Fam.; ann. Muzzolon Maria, Turra Aquilino; ann. Trezzolani Lea, Fattori Mario, De Grandi Sofia; VENERDÌ 16 APRILE (San Benedetto Giuseppe Labre) Ore 08.30 S. Messa: Gambaretto Rino, Gina, Bertilla, Robert, Bruno; Aghito Orlanda, Zorzi Franco; Carbon Bruno, Agnese, Paolo e Fam. SABATO 17 APRILE (Sant’Innocenzo) Ore 19.00 S. Messa: 7° Bagolin Clara; ann. Mancassola Luigi e Fam.; Benin Teresa, Siro, Giuseppina; DOMENICA 18 APRILE (III Domenica di Pasqua) Ore 9.30 S. Messa, potrà essere seguita in diretta sul canale YouTube: Fam. Micheletti; Suor Gustava; Fam. Mincuzzi Mattia; Fam. Tadiello Severino. |
Parrocchia S. Bartolomeo Gazzolo
MARTEDÍ 13 APRILE (San Martino I) Ore 19.00 S. Messa: Sec. int. off.; Micheletti Franco MERCOLEDÍ 14 APRILE (Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, martiri) Ore 20.30 Gazzolo: Adorazione Eucaristica; GIOVEDÍ 15 APRILE (San Crescente) Ore 08.30 S. Messa: Secondo intenzione offerente; SABATO 17 APRILE (Sant’Innocenzo) Ore 17.30 S. Messa: def. Fam. Lunardi Agostino; def. Fam. Pegoraro Bruno; Laperni Danilo; Nicoli Aurora, Mario; Tirapelle Silvio, Maria; DOMENICA 18 APRILE (III Domenica di Pasqua) Ore 11.15 S. Messa: Farinazzo Giovanna; Garbin Elda; Lorenzoni Alessandro; Bonomo Maria Rosa; Ore 17.00 Arcole: Battesimo di Giacomo Fornasiero e Benedetta Anna Antonello. |
dal mondoVicinanza del Papa alle persone vittime della violenza nel sud della Colombia |
In un telegramma a firma del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin e indirizzato al presidente della Conferenza episcopale colombiana, Francesco ricorda la drammatica situazione nella zona meridionale della Colombia.
Papa Francesco condanna gli “episodi di violenza e manifesta la sua vicinanza alle persone che vivono in mezzo a tanta sofferenza” nella regione del Pacifico sud-occidentale della Colombia. È quanto scrive il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in un telegramma indirizzato al presidente della Conferenza episcopale colombiana, monsignor Oscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio. Nel documento ricorda anche “l’impegno di vescovi, sacerdoti, religiosi e laici nella ricerca incessante di costruire vincoli di pace nell’intera regione”. In quest’ultimo periodo si sono registrati nella parte meridionale del Paese diversi episodi di violenza. Lo scorso 26 marzo, decine di persone sono rimaste ferite a Corinto, nel dipartimento sud-occidentale colombiano del Cauca. Un’autobomba è esplosa di fronte al municipio, in uno dei luoghi simbolo della comunità indigena in Colombia. Nella zona, che nei decenni scorsi è stata una roccaforte delle Farc, sono operativi gruppi armati e bande legate ai cartelli del narcotraffico. Corinto, come il comune confinante, Toribío, sono municipi storicamente guidati dagli indigeni. A Toribío fu ucciso nel 1984 padre Álvaro Ulque, il primo sacerdote indigeno della Colombia. A continuare la sua opera sono stati i missionari della Consolata. Un rapporto, presentato recentemente dal Tavolo ecumenico per la pace e da altre organizzazioni, documenta le violenze subita per decenni dalle organizzazioni ecclesiali che si sono battute a fianco dei gruppi più poveri. |