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Parrocchia S. Giorgio ​
Arcole
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LA STORIA

L’edificio è situato all’incrocio tra via Rosario e via Abazzea, a fianco dell’oratorio del SS. Sacramento e poco lontano dallo storico obelisco Napoleonico.
L’area su cui sorge risulta abitata sin dall’epoca romana. A seguito di ritrovamenti, più o meno recenti, sono venute alla luce alcune tombe romane, sia nell’area antistante la chiesa parrocchiale, sia in contrade vicine, come via Comparine, via Nogarole e via Sant’Antonio.
Il tempo ci ha restituito anche un’altra importante testimonianza: tra le macerie del vecchio campanile, fragorosamente crollato nel 1956, è stata rinvenuta un’ara mutila dedicata agli Dei Mani. Presso i Romani erano particolarmente invocate le anime dei defunti, “Manes”, che si ritenevano dotate di poteri tali da essere accostate alle divinità.
La costruzione della primitiva chiesa risale, molto probabilmente, all’epoca longobarda, allorquando un gruppo di persone s’insediò in questo luogo, nei pressi della chiesa parrocchiale di San Giorgio, ritenuto il nucleo più antico di Arcole. Quelle tombe furono, con molta probabilità completamente distrutte in seguito al Concilio di Nicea, avvenuto nel 658 d. C., che ordinò la distruzione di tutti i monumenti pagani e la successiva costruzione, negli stessi luoghi, di chiese e santuari. Fu così che, in continuazione con l’antica sacralità di questi luoghi, sorse la chiesa pievana di San Giorgio in Arcole.
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Il re Cuniberto, dopo una grande vittoria contro una frazione di longobardi ribelli, ottenuta nel 690 e attribuita a San Giorgio, proclamò il santo come secondo patrono della monarchia, convertita al Cristianesimo, accanto a San Michele Arcangelo. La devozione al santo, già portata in Italia dai bizantini, si diffuse rapidamente. Molti insediamenti longobardi e vari paesi dei loro domini presero a patrono il santo guerriero.
Così dovette fare la comunità longobarda di Arcole, che in quel tempo andò prendendo sempre maggiore consistenza. Si ipotizza che la primitiva chiesa, dedicata a San Giorgio, risalga all’VIII-IX secolo. Non si hanno documenti scritti di quella antica chiesa, tuttavia è stato conservato nel cortile della canonica un architrave in pietra di m. 2,18, recante al centro, dentro un cerchio di 50 cm. Di diametro, una croce greca gigliata, cioè con le estremità dei bracci ornate di due ricci. Tra i bracci vi sono quattro stelle o rose stilizzate. E’ un elemento decorativo d’ispirazione bizantino-longobarda abbastanza diffuso in territorio veronese nel IX secolo.
La chiesa di San Giorgio in Arcole fu chiesa pievana, cioè chiesa madre di un determinato territorio, entro il quale sorsero in seguito altre parrocchie filiali. Un documento cinquecentesco, conservato presso l’archivio della Curia di Vicenza e di cui parleremo in seguito, lo testimonia.


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Arte Sacra

La chiesa, con interno in stile corinzio, è costituita da un’unica navata con abside, dove è collocato l’altare maggiore e sei cappelle laterali.
Ha una superficie complessiva di 516 mq.: il corpo principale è di 336 mq.; le sei cappelle sono complessivamente di mq. 60; l’intercolunnio di mq. 24; il presbiterio di mq. 82; l’abside di mq. 14.
La lunghezza del corpo principale è di m. 26, la larghezza è di m. 13.
La chiesa ha sette altari: l’altare maggiore e sei laterali: sei sono di marmo, di stile barocco temperato del XVIII secolo, uno è di legno. I laterali sono dedicati alla Madonna del Rosario, a San Giovanni Nepomuceno, al Sacro Cuore di Gesù e a San Giuseppe. Quest’ultimo altare fu costruito nel 1920, su progetto dell’ing. Chemello e donato dal benemerito don Giovanni Sbalchiero.
Nel 1872, quando era arciprete don Francesco Buglioni, furono realizzati gli affreschi del coro. L’affresco posto sopra l’abside rappresenta l’Eterno Padre, il Divino Redentore e San Giuseppe con la verga fiorita. Quello sopra il coro ha la figura allegorica della Fede con la croce e il calice, d’intorno sono rappresentati i simboli dei quattro Evangelisti e quattro angeli: San Gabriele, San Raffaele, San Michele e l’Angelo Custode. Questi affreschi sono opera del noto pittore friulano Rocco Pittaco.
Gli affreschi della chiesa e quello che rappresenta l’Ultima Cena, posto nel coro a fianco del Vangelo, sono stati realizzati successivamente nel 1898. L’affresco realizzato nel soffitto della chiesa raffigura la gloria del Martire San Giorgio. Sopra di lui San Giuseppe, la Madonna e SS Trinità. Sotto vi sono parecchi santi e cioè da destra di chi entra Sant’Isidoro Agricola, San Luigi, San Francesco, San Giovanni Nepomuceno, Santa Eurosia, Santa Agnese e Santa Chiara.
Gli affreschi sulle pareti sono i seguenti, partendo da destra di chi entra per la porta principale: il primo rappresenta il Battesimo di Gesù Cristo, il secondo la disputa tra i dottori, il terzo la nascita di Gesù Cristo, il quarto la cacciata dei profanatori del tempio, a sinistra la guarigione della figlia di Giairo, una scena della passione di Nostro Signore e l’apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita.
Di fronte al vecchio pulpito vi è la figura di un vescovo: San Biagio Martire. I due quadri della sacrestia rappresentano il Beato Barbarigo Vescovo di Padova e San Carlo Borromeo. La grande pala centrale posta nel retro coro, realizzato nel XVII secolo da Sante Creara, rappresenta San Giorgio a cavallo che uccide il drago, con in alto la Madonna, a sinistra San Carlo Borromeo, a destra di chi guarda San Francesco.
La pala posta sulla parete sinistra dell’altare maggiore, di ambito veronese del XVII secolo, raffigura un’apparizione della Madonna agli Apostoli. Infine un’altra pala, di cui si parlerà in seguito, raffigura la Madonna della Cintola tra i santi Agostino, Monica, Zeno e Pietro martire.
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Unita' Pastorale
​ARCOLE-GAZZOLO
Via Abazzea, 14
​37040 Arcole (VR)
Tel. 0457635029
prima pubblicazione
28 novembre 2019

ultimo aggiornamento
5 febbraio 2023

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