La storia.
Alzana: è un rilievo di terreno, a nord di Arcole, di fronte alla "valle" dell' Alpone.
Ha una storia antica, giustificata dalla presenza di un insediamento romano, ravvivato dalla vicinanza di importanti strade: la Postumia (Genova-Aquileia) e la Porciliana (Verona-Montagnana). Detto nome, dovuto al luogo, può benissimo significare "altura", ma anche la "fune" (alzana, o anzana) con la quale si tiravano le barche. L'Alpone fu una via fluviale. Da un atto notarile, datato 02 novembre 1192, risulta che in Anzana esisteva la Chiesa di Santa Maria ("ecclesia S.te Marie ad Acanum"). Non si conosce da chi e perchè fu costruita. Doveva trattarsi di un piccolo edificio, dedicato alla "Madre di Cristo". Questo risulta dall'antico affresco, riprodotto a destra, in parte visibile nella parete a sinistra dell'arco tra il presbiterio e la navata.. Il dipinto fa pensare ad un lavoro del Due-Trecento. Presenta la Madonna con il "Bambino in piedi", sostenuto dalla mano della Mamma, onorata per la divina maternità. Un particolare titolo valorizzato anche ai giorni nostriè "Santa Maria del parto". Questo affresco già dal '500 viene chiamato "immagine miracolosa".Il secolo XII° conobbe contrasti ed anche rinnovamenti. Nella Chiesa movimenti di riforma ridanno slancio alla fede popolare. Inquesto clima nasce il germe dell'Alzana. |
Dopo le poche ma preziose notizie iniziali abbiamo tre secoli di silenzio. Nel '500 la chiesa è quasi come oggi: La muratura in mattoni, il pavimento in cotto, il tetto sostenuto da capriate.
La facciata, del '600, ha uno stile sobrio ed armonioso. Al centro si apre la porta con stipiti ed architrave in pietra; il tutto è sormontato da un timpano classico. Sopra la porta si nota l'originale occhio a strombo in cotto. Grande interesse propone l'interno della chiesa. Oltre all' "immagine miracolosa", passando dalla parete destra alla navata si vedono resti di pitture che il critico Simeoni data circa al 1522. Sulla parete sud verso la facciata, è ancora ben visibile una "Madonna con Bambino in braccio" e ai lati due Santi, ricordati solo con i nomi: S. Giovanni apostolo e S. Bartolomeo. Al centro della parete di destra si può intravvedere l'affresco della "madonna della pietà". Purtroppo a causa dell'umidità è sparita la parte che rappresentava il martire Giorgio ed una Santa, non identificata. Nel presbiterio troneggia un bell'altare in stile barocco del '700, con disegni policromi ad intarsio, ricoperto con vetro. Al centro un dipinto di "madonna con Bambino". Il precedente altare principale era dedicato all'Assunta, raffigurata in una pala con ai lati i Santi Bellino e Antonio da Padova. Nel lato destro domina "il Crocifisso" ligneo ( del '700 ) di originale fattura, c'era un altare dedicato a S. Nicola da Tolentino. Anche qui c'era un'immagine della Madonna: una statua, vestita di seta. Questa varietà ed abbondanza di effigi della Madonna sono motivate dal famoso "Movimento Mariano" che nel '500 si diffuse in Italia e nei paesi cattolici vicini. La casa annessa alla chiesa, usata come abitazione del cappellano, esiste già dal 1582. Il più attivo deve essere stato D. Giovanni Gambarini che nel 1609 donò alla chiesa una campana, con tre bassorilievi (Gesù che porta la Croce, la Madonna con Bambino e S. Giorgio a cavallo contro il drago). L'epoca migliore di Santa Maria dell'Alzana fu tra il 1580 ed il 1630. Dopo i cappellani ci furono gli eremiti: religiosi, laici o sacerdoti, desiderosi di vivere ritirati dal trambusto, per darsi alla preghiera ed alla penitenza. Importanti restauri furono fatti nel 1830 e 1831. Il caratteristico campanile, alto 12 m. con la forma di torretta fu iniziativa di D. Luigi Rossi ( inizi del '900 ). D. Beniamino Socche, devoto di Maria e futuro vescovo, fece ripulire la parete destra della navata, " riscoprendo" l'Addolorata. |
Il museo contadino.
Gli "Amici dell'Alzana" hanno curato il Museo della civiltà contadina, ricavandolo da un ex rustico, un'ex canonica dell'annessa chiesa dedicata a Santa Maria dell'Alzana. Insieme alla sacralità religiosa convive la sacralità del lavoro testimoniato da attrezzi, utensili e strumenti, oggetti del mondo contadino; reperti della zona con valore che è patrimonio della gente veneta. Con la sua capacità di riunire generazioni, il museo si trasforma in memoria di una vita che non può essere dimenticata. Il Museo dedicato alla Civiltà Contadina di Arcole è ospitato nell’ex rustico adiacente alla chiesa di Santa Maria dell’Alzana. In questo spazio suggestivo è possibile conoscere ed approfondire la vita contadina, qui rappresentata dai suoi attrezzi, utensili e strumenti da lavoro. Le stanze delle famiglie di un tempo sono ricostruite con suppellettili originali ormai datati, ma di grande effetto in quanto testimonianze della cultura e del legame dei veneti alla propria terra.
La Via Crucis.
I vecchi chiodi quadrati diventano i chiodi della croce e le sagome della Via dolorosa: con i chiodi di recupero usati un tempo per costruire i tetti appoggiati alle grandi travi di legno, Sergio Visentin di Zimella ha realizzato la Via Crucis che la parrocchia di San Giorgio in Arcole e gli Amici dell'Anzana hanno collocato nel parco attiguo al santuario di Santa Maria dell'Alzana. L’opera della Via Crucis è stata promossa da Aurelio Fabbrizio, presidente degli Amici dell'Anzana, i quali hanno operato come volontari con l'ausilio di imprese locali, che hanno messo a disposizione i macchinari e le attrezzature necessarie. La presentazione ufficiale della Via Crucis si è svolta il 29 giugno 2011 al santuario dell'Alzana.
«E’ un percorso artistico, ma anche devozionale, che va ad arricchire il complesso dell'Alzana, studiato in modo da mantenere tutte le piante esistenti» hanno dichiarato Aurelio Fabbrizio e l'architetto Laura Zamboni di Arcole, che ha curato il progetto. Visentin, sagomando e battendo questi chiodi, ha realizzato a mano a mano le figure stilizzate dei personaggi protagonisti delle 14 stazioni: Gesù Cristo, il centurione, la Veronica, il Cireneo, il soldato che trafigge il costato, i due ladroni crocifissi con Gesù, la salita al Monte Calvario, Maria Maddalena, la Madonna e San Giovanni ai piedi del Crocefisso, la deposizione dalla croce. Tutta la passione rivive nelle forme arcuate dei chiodi, usati come materiale artistico per queste sculture. Le stazioni sono disposte su basamenti di marmo biancone, lungo un percorso a linea spezzata. Il percorso, su terra battuta o pietrisco stabilizzato, parte dalla parte sud del parco attiguo alla chiesetta e all'ex canonica, oggi trasformata in museo della cultura contadina, e segue l'area alberata ad est e raggiunge da nord l'ingresso del santuario. I vari segmenti sono raccordati in modo che i visitatori e i pellegrini possono avere sempre la completa visuale degli elementi principali del luogo sacro, ossia il tempietto, la torre campanaria, l'ex canonica – museo.
In corrispondenza delle stazioni, è stato creato uno svaso per accogliere più persone che potranno raccogliersi in preghiera. I vari segmenti del percorso seguono delle lastre allineate di acciaio cor-ten, un acciaio in grado di autoproteggersi dalla corrosione, ossidandosi leggermente in superficie ed assumendo una colorazione rossastra, che ben si inserisce cromaticamente nell'ambiente, sia con gli elementi in cotto delle costruzioni, che con i vecchi utensili ed attrezzature agricole disposte nel parco vicino all'ex canonica. Tali lamine di acciaio, distanziate l'una dall'altra, hanno un andamento crescente con l'avvicinarsi alla stazione.
Testo tratto da " arcoleracconta.blogspot.it " di Claudio Soprana
«E’ un percorso artistico, ma anche devozionale, che va ad arricchire il complesso dell'Alzana, studiato in modo da mantenere tutte le piante esistenti» hanno dichiarato Aurelio Fabbrizio e l'architetto Laura Zamboni di Arcole, che ha curato il progetto. Visentin, sagomando e battendo questi chiodi, ha realizzato a mano a mano le figure stilizzate dei personaggi protagonisti delle 14 stazioni: Gesù Cristo, il centurione, la Veronica, il Cireneo, il soldato che trafigge il costato, i due ladroni crocifissi con Gesù, la salita al Monte Calvario, Maria Maddalena, la Madonna e San Giovanni ai piedi del Crocefisso, la deposizione dalla croce. Tutta la passione rivive nelle forme arcuate dei chiodi, usati come materiale artistico per queste sculture. Le stazioni sono disposte su basamenti di marmo biancone, lungo un percorso a linea spezzata. Il percorso, su terra battuta o pietrisco stabilizzato, parte dalla parte sud del parco attiguo alla chiesetta e all'ex canonica, oggi trasformata in museo della cultura contadina, e segue l'area alberata ad est e raggiunge da nord l'ingresso del santuario. I vari segmenti sono raccordati in modo che i visitatori e i pellegrini possono avere sempre la completa visuale degli elementi principali del luogo sacro, ossia il tempietto, la torre campanaria, l'ex canonica – museo.
In corrispondenza delle stazioni, è stato creato uno svaso per accogliere più persone che potranno raccogliersi in preghiera. I vari segmenti del percorso seguono delle lastre allineate di acciaio cor-ten, un acciaio in grado di autoproteggersi dalla corrosione, ossidandosi leggermente in superficie ed assumendo una colorazione rossastra, che ben si inserisce cromaticamente nell'ambiente, sia con gli elementi in cotto delle costruzioni, che con i vecchi utensili ed attrezzature agricole disposte nel parco vicino all'ex canonica. Tali lamine di acciaio, distanziate l'una dall'altra, hanno un andamento crescente con l'avvicinarsi alla stazione.
Testo tratto da " arcoleracconta.blogspot.it " di Claudio Soprana
La Biblioteca Chaminade.La biblioteca Chainade è stata inaugurata il 27 giugno 2009. Il nome dato alla biblioteca trae origine dal fondatore della Famiglia Marianista, il Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade. La biblioteca è curata dal gruppo " Amici dell'Alzana " e dai volontari che da anni collaborano con i marianisti
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